Friday, December 17, 2010

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Saviano and the good (or bad) habits


Per chi, come il sottoscritto, ha compiuto da poco il mezzo secolo di vita, le immagini e il sonoro della guerriglia scoppiata in centro martedì scorso (in concomitanza con il B Day andato a finire, purtroppo, come tutti sappiamo) hanno rappresentato una riproposizione di ciò che personalmente ho vissuto durante il fatidico 1977, l'anno per antonomasia della protesta studentesca del Movimento. Ancora sono in grado di raccontare per filo e per segno quello che successe il 12 maggio dalle parti di ponte Garibaldi, quando una pallottola calibro 22 colpì a morte la studentesssa Giorgiana Masi. Ancora sono in grado, a distanza di 33 anni, di ricordare e farvi taste (even with the keyboard of a computer) how it feels in being in the middle of a police office, to breathe into his nostrils the acrid taste and a disgusting stick of tear gas, to bathe the eyes and mouth to breathe and see something beyond the indeterminate cloud of black smoke into line with the flames of Molotov cocktails or barricades on fire. What happened Tuesday afternoon in Rome, it is useless to repeat myself, is definitely to blame and censure, but not entirely to blame no ifs, ands or buts. The distinction, and I'm sure there must be. Indeed, there needs to be. We can not always criminalize students and temporary workers, unemployed and angry, solo perchè lanciano sampietrini o rompono vetrine. Non dobbiamo sempre e comunque parametrare il tutto con quello che successe nel luglio del 2001 a Genova. Non dobbiamo sempre e comunque generalizzare il tutto chiamando in causa i famigerati black block. Cerchiamo di separare, come in un'ipotetica raccolta differenziata delle idee e dei ragionamenti, i fatti dalle opinioni, le strumentalizzazioni dalla realtà, la propaganda dalla verità. Io non voglio entrare assolutamente in polemica con quanto scritto ieri su Repubblica ( http://www.repubblica.it/scuola/2010/12/16/news/lettera_saviano-10251124/ ) da un mio personalissimo idolo della comunicazione e della scrittura contemporanea (sto parlando di Roberto Saviano), me ne guardo bene. Ma mi piacerebbe, in questa occasione, portare a conoscenza di quanti, forse, non hanno seguito il dopo discussione: ovvero, quella che è stata la risposta, a mio modo di vedere alquanto azzeccata e condivisibile, di un collettivo studentesco denominato SENZA TREGUA. Di seguito riporto il testo integrale della loro lettera di risposta a Saviano ( http://www.liberazione.it/news-file/Il-collettivo--senza-tregua--risponde-a-Saviano---LIBERAZIONE-IT.htm ), in modo tale che chiunque legga questo blog possa farsi una sua personalissima idea su quanto accaduto e soprattutto sul dopo, al netto dell'ideologia e dell'appartenenza a questo o a quello schieramento politico. Se qualche mio vecchio compagno di scuola, poi, avrà voglia di farmi pervenire un suo commento, sarò ben lieto di pubblicarlo. Tanto per non perdere le buone abitudini.

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